Trattamenti galvanici per l'industria

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Bronzatura

La coloritura nera con nitrato di rame, nota anche come brunitura è particolarmente adatta all’ottenimento di un rivestimento superficiale colorato di tinta molto cupa ed assai resistente, quale è necessaria, ad esempio, per l’industria ottica, ed in genere quando gli oggetti colorati devono resistere ad un prolungato, anche se moderato, riscaldamento.

Questo tipo di tecnologia si può applicare sia al rame che all’ottone, tenendo tuttavia presente che durante il riscaldamento si perde la durezza superficiale che risulta dalla lavorazione a freddo della superficie. Sui bronzi allo stagno è difficile raggiungere con questa tecnica una buona colorazione nera in quanto ci si ferma al marrone. Anche sull’alpacca ricca di nichel e sui bronzi all’alluminio la colorazione aderisce male.

La “ricetta” più classica e primitiva per la patinatura nera faceva uso di una soluzione di 120 g di nitrato di rame in 40 cm cubi di acqua (la dissoluzione completa si ottiene scaldando), con aggiunta di 0.5 g di nitrato di argento disciolto in poca acqua. L’aggiunta di nitrato di argento non è sempre indispensabile. Dubbia è anche l’utilità dell’aggiunta di una certa quantità di metanolo per bagnare meglio la superficie e migliorare l’azione della soluzione colorante.
Le modalità operative prevedono la sgrassatura della superficie ed il decapaggio in acido cloridrico oppure in acido solforico diluito per qualche minuto. Poi si procede alla coloritura, per immersione nel caso di piccoli oggetti, per tamponamento o pennellatura nel caso di grandi superfici. Lavorando per immersione la soluzione deve essere meno concentrata di quella citata sopra e va riscaldata allora a 40-50° C. gli oggetti immersi si lasciano seccare in luogo asciutto ed assumono allora una colorazione grigia. Si scalda infine, lentamente ed in modo uniforme, in una stufa di essiccamento finché la coloritura grigia diviene nera. Lo stato superficiale polverulento che si forma si spazzola via al termine del riscaldamento.
Occorre porre la massima attenzione nel proteggere la bocca ed il naso dagli operatori addetti a questa spazzolatura (respiratori con filtro, od almeno fazzoletti umidi), in quanto la polvere è estremamente nociva. Se nel caso della prima applicazione il colore non risultasse nero scuro, oppure se esso non fosse uniforme, si deve ripetere il procedimento. Il rivestimento colorato si può lucidare per spazzolatura ed anche laccare. Poco raccomandabile è invece l’immersione o la pennellatura con acido nitrico, perché questo acido è molto aggressivo sia nei riguardi degli operatori che dei pennelli.

Per incupire il colore nero si consiglia una immersione successiva in una sospensione di fegato di zolfo (10 g per ogni litro di acqua). Questo tipo di posttrattamento dopo l’applicazione di un bagno di coloritura al nitrato di bismuto fornisce un bel colore nero scuro.
Se si desidera che il colore nero sia opaco, occorre opacizzare la superficie prima della coloritura. Il colore nero ottenuto con questo tipo di bagno è ben conservabile, assai più di quello che si ottiene con i processi di persolfato oppure con la patinatura nera ammoniacale su ottone.
Il costo dei reattivi chimici è molto basso, poiché basso è il loro consumo.

La coloritura nera è dovuta alla formazione di ossido di rame, che si forma solo in presenza di ossigeno. Per tale ragione occorre agitare il bagno in modo da facilitare l’arrivo dell’ossigeno ed il suo contatto con la soluzione.

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