La zincatura elettrolitica consiste nel porre gli oggetti da zincare (ben puliti con spazzolatura meccanica o con lavaggi di soluzioni alcaline per sgrassarli e quindi acide per decaparli) come catodo in un bagno elettrolitico.
Gli articoli da zincare sono posti su degli appositi telai e quindi immersi nel bagno di zincatura. Nello stesso bagno sono immersi (rispettando alcuni principi geometrici) alcune barre del metallo da depositare collegate all’anodo e nel bagno sali solubili del metallo da depositare. Quando si alimenta la corrente gli ioni positivi del metallo da depositare migrano verso il polo negativo, dove si scaricano depositandosi sotto forma di uno strato metallico continuo. Al polo positivo si ha invece la dissoluzione del metallo con la formazione di ioni in soluzione, che vanno a reintegrare gli ioni scaricati al catodo. La reazione complessiva è una ossidoriduzione, come risultato della ossidazione anodica del metallo che si scioglie perdendo elettroni e della riduzione catodica dello ione che si deposita come metallo acquisendo elettroni.
Possiamo distinguere due importanti gruppi di zincatura a seconda della composizione chimica dei bagni di zincatura.
Lo zinco forma molti sali solubili e, sotto determinate condizioni, può essere elettrodeposto da soluzioni acide (al solfato, fluoborato, cloruro, solfamato, ecc.) e da soluzioni alcaline (al cianuro, pirosolfato, zincato, etanolamine, ecc.). A seconda delle esigenze di produzione e del tipo di zincatura si possono realizzare impianti automatici programma per lavorazioni varie. I rivestimenti elettrolitici di zinco possono essere migliorati nell’aspetto e nel potere protettivo con un trattamento finale di “passivazione”.
Risulta importante ottenere depositi di zinco puro, poiché la presenza in essi di metalli estranei (nichel, piombo, stagno e rame) può accelerare di molto la corrosione atmosferica.
Sotto questo punto di vista le soluzioni acide al solfato sono da preferirsi a quelle al cianuro, perché c’è minor tendenza di passaggio di impurezze metalliche dagli anodi ai depositi nei bagni al solfato che in quelli al cianuro, nei quali ultimi i potenziali di scarica di parecchi dei metalli estranei sono molto vicini. Un esempio di ciò è dato dall’ottonatura, nella quale lo zinco ed il rame sono depositati simultaneamente solo dalle loro soluzioni di cianuri, mentre è pressoché impossibile depositarli da situazioni acide. Ne consegue che è più importante nella zincatura usare anodi di zinco puro nei bagni al cianuro che in quelli al solfato.
Il perché lo zinco, metallo poco nobile, si separa bene da soluzioni acide e con rendimenti di corrente molto alti, sta nel fatto che l’ idrogeno sullo zinco possiede una sovratensione molto elevata. Per evitare una contemporanea separazione dell’idrogeno con lo zinco è però necessaria l’ assenza nel bagno di impurezze, che potrebbero abbassare la sovratensione, oppure l’ assenza di particelle di carbone o di grafite sulla superficie catodica. Appunto se si deve zincare ferro fuso contenente queste ultime sostanze, per la bassa sovratensione dell’idrogeno sulla grafite, i bagni acidi (ed anche quelli al cianuro) lavorano assai male. Un forte sviluppo di idrogeno dà sempre luogo a rivestimenti spugnosi.
I bagni cianalcalini, in virtù del loro potere penetrante, sono particolarmente usati per zincare manufatti profilati. Talvolta si effettua su questi pezzi una prezincatura in bagno cianalcalino e la si rinforza poi con una zincatura in bagno acido.
Mentre lo scarso potere penetrante può essere in parte corretto con anodi ausiliari e con aggiunte di sali conduttori(cloruro di sodio, solfato di sodio, ecc.), i bagni cianalcalini presentano lo svantaggio di un rendimento di corrente minore e soprattutto dipendente dalle condizioni di elettrodeposizione. Anche sotto questo aspetto, per le lastre ed i fili di ferro, sono da preferirsi i bagni acidi a quelli cianalcalini.
Oltre al rendimento di corrente anche la solubilità degli anodi è di solito migliore nelle soluzioni acide che in quelle alcaline. Inoltre i bagni acidi sono a conducibilità più elevata, il che porta a ridurre il consumo di energia elettrica.
Il grande sviluppo della produzione di manufatti zincati (si pensi che in un’ autovettura lo zinco costituisce circa il 70 % dei metalli elettrodeposti) ha imposto lì adozione di impianti automatici che, nelle versioni più dinamiche, sono programmabili a seconda delle esigenze di lavorazione. I cicli di lavoro sono, ovviamente, in funzione delle prestazioni alle quali devono sottostare i pezzi: in primo luogo la resistenza alla corrosione, in secondo luogo le qualità fisico-meccaniche e gli aspetti estetici. Il ciclo normale in bagni alcalini, dopo i trattamenti di preparazione e la zincatura, comprende i processi di passivazione, così dicasi per abbinamenti con la cadmiatura alcalina. Nel caso di depositi lucidi i cicli possono variare, soprattutto per quanto riguarda i trattamenti finali.
Il colore dello strato di trasformazione può essere madreperlaceo, iridato, giallo-bronzeo, oliva, nero a seconda del tipo di conversione chimica.